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In queste pagine, che sono quasi un diario, l'autrice racconta in prima persona l'esperienza della sua terza gravidanza, dal difficile inizio fino al momento della nascita e della morte della neonata, Chiara, qualche giorno dopo il parto. La gravidanza si presenta da subito molto problematica, più delle due gravidanze precedenti. La donna deve scegliere subito se interrompere la gravidanza o accettare con costi alti e senza certezze la nuova vita. Ma l'autrice decide di non abortire, nonostante le venga suggerito, e si sottopone a cure delicate e dolorose pur di salvaguardare la vita della sua piccola. Nel suo racconto analizza poi le relazioni oltre che con il marito e i due figli piccoli, anche quelle con i medici, gli infermieri e la burocrazia degli ospedali: perché chi si trova a che fare con una gestante in gravidanza problematica ha l'onere di un compito particolare e speciale nonché una grande responsabilità su di lei e sul suo bambino. La realtà della malattia e della morte della piccola Chiara viene vissuta con sofferenza, talvolta anche con ribellione, dall'autrice e dalla sua famiglia, ma sempre con fede nella vita e in Dio, il quale ha a cuore qualsiasi vita, anche la più breve. Soprattutto nei momenti in cui certezze e speranze le sono venute a mancare, l'autrice ha sperimentato il valore e l'importanza della fede. Un contributo al rispetto della vita umana e al diritto di nascere. Una forte testimonianza di vita: la drammaticità dell'esperienza vissuta in prima persona; la gioia di aver accolto da subito la vita e di aver fatto il possibile per accettarla e accompagnarla.